La storia
Dalla fine dell'Ottocento, il museo racconta la tradizione artistica del territorio, nutrita nei secoli dal prestigioso cantiere del Sacro Monte
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La storia

Dalla fine dell'Ottocento, il museo racconta la tradizione artistica del territorio, nutrita nei secoli dal prestigioso cantiere del Sacro Monte

Le origini

È il 1778 e a Varallo è fondata la Scuola di Disegno, con sede negli odierni spazi di Palazzo dei Musei. È gestita dalla Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno, nata nel 1831 e alla quale è presto affidata anche la conduzione della Scuola Barolo di intaglio del legno, attiva dal 1838 e intitolata al suo fondatore, il marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo. In queste scuole si approcciano all’arte e al mestiere i giovani del territorio: in molti si specializzano nelle Accademie per poi fare ritorno come insegnanti.

 

Alla Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno, che negli anni allarga i propri interessi alla tutela e valorizzazione del patrimonio artistico dell’intero territorio, si affianca dal 1875 la Società per la Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumenti in Valsesia, impegnata nell’istituzione di una Pinacoteca. A seguito dell’esposizione allestita a Varallo, nel 1885, per celebrare Gaudenzio Ferrari, il museo vede la luce accanto a quello di Storia Naturale, fondato da Pietro Calderini nel 1867.

 

La Pinacoteca delle origini si articola in due stanze che, al principio degli Anni Cinquanta, sono diventate più di venti, allestite dal primo conservatore, il pittore Emilio Contini.

Il giro di boa della metà del Novecento inaugura per il museo una nuova stagione, guidata dal mecenatismo dell’ingegnere valsesiano Giorgio Rolandi, nuovo Presidente della Società per la Conservazione.

 

Nel 1960, con il coinvolgimento di un’equipe di studiosi legati all’ambiente universitario e museale di Torino e Milano, è inaugurato il riallestimento della Pinacoteca che, nello stesso anno, ospita il terzo Congresso piemontese di Antichità ed Arte, presieduto da Rudolf Wittkower. È un momento di prestigio e rinascita.

L’evoluzione

L’aspetto odierno del museo è il risultato di un progressivo recupero e riallestimento degli spazi espositivi, iniziato nel 2001 con l’inaugurazione del salone dedicato a Tanzio da Varallo.